Nomen omen. “Un nome un destino”, “il nome è un presagio”, “un nome un perché”. Di traduzioni in italiano corrente dell’espressione coniata da Plauto, più influente commediografo della storia della Roma antica, ce ne sono diverse. Come locuzione proveniente dal copione teatrale, però, è una costruzione astratta utile ad abbellire retoricamente una realtà ben diversa come quella del quotidiano. E allora può capitare che Cabezas Segura, ciò che più assomiglia al “testa sulle spalle” tricolore, sia il cognome di uno dei talenti che meno ha rispettato aspettative e garanzie riposte al suo arrivo.
Il nome di Bryan Alfredo Cabezas Segura viene aggiunto sulla mappa del calcio internazionale il 6 febbraio 2015. In maglia Independiente del Valle esordisce in Copa Libertadores a 18 anni non ancora compiuti. Tempo 9 giorni e realizza il primo gol della competizione al Barcellona (Guayaquil, ma sono dettagli). Da Quevedo, città dove nasce e cresce, Cabezas si sposta sin dai tempi dell’under 12: dal Segundo Hoyos Jacome, società di un quartiere della città natale, al Norte America di Guayaquil corrono 200 km circa, sino a lambire la costa meridionale dell’Ecuador; l’Independiente del Valle, sua casa dall’under 16 sino al professionismo, è invece a Sangolquì, appena a sud della capitale Quito, 400 km a nord delle spiagge. 15 anni e una MilleMiglia ad assecondare la rapidità d’esecuzione e il talento col pallone tra i piedi, portando Bryan a far parte di uno dei progetti giovanili più all’avanguardia del Sudamerica.
L’esordio in prima squadra è datato 15 dicembre 2012, nemmeno sedicenne. Lui, insieme ad altri coetanei, costituiscono il nucleo giovanissimo attorno a cui i Negriazules baserà la cavalcata della Libertadores 2016. All’improvviso, difatti, è l’intero continente e mondo del pallone ad accorgersi della bontà di un progetto che, vuoi per colori della maglia e vuoi per linee guida, ricorda tangenzialmente quello dell’Atalanta. Semifinale con gol, sia alla Bombonera che nel ritorno casalingo, contro il Boca Juniors e i riflettori degli scout internazionali vengono da sé: l’abbacinante velocità di Cabezas ruba l’occhio anche e soprattutto di Giovanni Sartori. Così il 6 agosto 2016 l’Atalanta comunica l’acquisto di Cabezas per 1,8 milioni di euro più il 20% della futura rivendita da versare nelle casse ecuadoregne, legandosi a Bryan con un contratto quinquennale. Si parla di “regalo per Gasperini”, di un “colpaccio dalle referenze più che positive” che pare lenire le dichiarazioni relative al mercato triste del mister di Grugliasco che tutti ricordiamo.
È lo stesso Sartori a esporsi nella conferenza stampa di presentazione: “È piaciuto a tutti e anche Gasperini ha dato immediatamente un parere positivo. Ha parecchie qualità, a volte possono non bastare, però con la testa giusta potrà togliersi tante soddisfazioni. Lo seguivamo da un anno, direi che ha caratteristiche simili più a D’Alessandro che a Gomez e se pensiamo al passato potrei paragonarlo a Schelotto: Cabezas è più tecnico, ma ha quella gamba. Il Gremio lo voleva e aveva fatto un’offerta scritta, ma Bryan ha preferito scegliere l’Atalanta”. Insomma, sempre di questioni nerazzurre si parla.
Bryan dice di conoscere le gesta di Caniggia, eroe sudamericano che ha fatto vacillare l’animo patriottico di diversi atalantini durante Italia ’90, e di ispirarsi ad Antonio Valencia, al tempo terzino destro del Manchester United. Quanto sia giusto avere come modelli un attaccante e un terzino per chi ha giocato e presumibilmente continuerà a giocare come esterno di fascia non sta agli osservatori esterni giudicarlo, ma l’impatto non è quello atteso. Nonostante l’entusiasmo dei tifosi manifestato al Trofeo Bortolotti con l’Eintracht, stando alle ricostruzioni del nostro Carlo Canavesi su GianlucaDiMarzio.com, “Gasperini ha sempre cercato di dargli la massima fiducia, ripetendo che gli mancava la condizione giusta per giocare in Serie A”. A ottobre si tenta di trovare minutaggio grazie alla presenza da fuoriquota nella Primavera di Bastoni, Melegoni e Latte Lath: una sola presenza, un’oretta scarsa nella vittoria 2-4 a Pegli col Genoa. A gennaio 2017 i chilometri nelle gambe di Bryan vengono messi grazie al Sudamericano U20 organizzato proprio dall’Ecuador, torneo continentale inferiore di grado soltanto alla Copa América. 5 gol e 2 assist portano la Tricolor sino alla sconfitta in finale con l’Uruguay di Mathias Olivera e Rodrigo Bentancur, ma Cabezas è capocannoniere del torneo insieme a Lautaro, non esattamente l’ultimo arrivato. Da Bergamo lo si apprezza solo da lontano, ma quando torna Bryan pare pronto a spiccare il volo.
Il 15 aprile 2017 l’Atalanta si presenta all’Olimpico di Roma senza Berisha, Papu e Spinazzola, tre colonne portanti del Gasperini I. Sulla sinistra la soluzione tampone prevede l’adattamento di Conti sulla fascia opposta rispetto alla solita competenza, inserendo Hateboer sulla destra, e la coppia di finti trequartisti Kurtic-Cristante a supporto di Petagna. La coperta è corta, cortissima, e nonostante un’ottima prima ora di gioco le forze sono ridotte al lumicino. Al 68’ arriva l’esordio di Cabezas col nerazzurro bergamasco, quando ormai non ce lo si attende quasi più. Al posto di Kurtic occupa la sinistra dell’attacco di Gasperini, piazza un paio di accelerazioni devastanti che fanno strabuzzare gli occhi agli spettatori e ammattire il dirimpettaio Bruno Peres. Un gran bel viatico, in parole povere. Peccato che viatico non lo sarà mai.
Prima della fine della Serie A Bryan torna nella zona di comfort quale è l’Ecuador U20. Il Sub20 in Corea del Sud non regala le stesse gioie del torneo continentale, ma in fondo 3 partite complete valgono più delle panchine che avrebbe probabilmente fatto a Bergamo nello sprint che varrà la prima Europa dopo 26 anni di attesa. È evidente come lo staff tecnico non lo ritenga ancora pronto, così viene presa la decisione di mandarlo in prestito all’estero. La scelta cade sul Panathinaikos, impegnato nei preliminari di Europa League nel luglio 2017. Cabezas segna sia al Qabala che all’Athletic Bilbao ma i Greens non riescono ad accedere ai gironi. L’ambientamento non procede come previsto ma, nonostante le prestazioni sottotono e una lesione subita dopo poche partite, su Cabezas ci sono gli occhi di mezza Serie B italiana. A gennaio si risolve l’accordo temporaneo coi greci, confermando le parole dell’agente Simone Tanganelli a Bendito Football Radio: “L’Atalanta cederà in prestito Cabezas a un club italiano di Serie B. L’Atalanta non vuole cedere il cartellino di Cabezas, ha rifiutato l’offerta dell’Independiente, vuole testarlo per poi integrarlo in rosa la prossima stagione. Al Panathinaikos si è trovato bene, ma il livello del calcio italiano è sicuramente superiore a quello greco”. Il gennaio 2018, tuttavia, si trasforma nello sfondo storico di una delle trattative più teatrali della storia recente dell’Atalanta.
La fidanzata di Bryan dovrebbe partorire nel giro di un paio di mesi; quindi, Cabezas preferirebbe trovare una sistemazione quantomeno nel continente sudamericano. L’Atalanta trova l’accordo con l’Independiente più famoso, quello di Avellaneda in Argentina, per un prestito di sei mesi. Le società si scambiano i contratti da firmare, pare tutto fatto. A sorpresa salta tutto, e la causa non è il rifiuto del giocatore o l’inserimento di un’altra società. La ragione è da ascrivere alla tesoreria del club argentino: non solo il contratto non è idoneo per la mancata firma del tesoriere ma, ancor più surreale, nella traduzione in inglese dei documenti l’Independiente si dimentica di conservare intatto il cognome dell’ecuadoregno. Bryan Cabezas diventa Bryan Heads. Tempi troppo stretti per rifare tutto, trattativa sfumata, matrimonio tra Cabezas-Heads-Teste e Independiente che non s’ha da fare.
Si inserisce, allora, l’Avellino: le corse del presidente Walter Taccone nel corridoio esterno alla platea del teatro Carlo Gesualdo di Avellino durante la consegna di un riconoscimento, i sorrisi e i pollici alzati a certificare che la telefonata porta con sé la chiusura dell’affare. Una “telenovela”, come la definisce lo stesso Cabezas. L’esordio del 24 febbraio è idilliaco: tempo 20’ dal suo ingresso in campo e serve a Molina l’assist per il gol decisivo nella vittoria col Novara.
Novellino è entusiasta e gli concede addirittura la titolarità nella gara successiva, il Partenio lo ha eletto a idolo ma è già tempo di fare le valigie e assistere al parto in Ecuador. Su Ottopagine.it, però, Bryan non pare preoccupato: “La mia compagna è incinta e tra dieci giorni diventerò papà, questo mi darà una forza ulteriore. voglio vincere e sono troppo contento di aver iniziato così. Sono tre punti troppo importanti. Contro l’Empoli vogliamo fare una grande partita, voglio ripagare la fiducia dell’Avellino che mi ha dato l’opportunità di tornare in campo dopo un periodo di inattività”. Cabezas torna in Ecuador, ospite delle strutture del Club Deportivo Quevedo, e vede al fianco della compagna Thais la nascita della primogenita Zoe. Il 20 marzo torna in Italia insieme all’agente-tutor Tanganelli, ritrova una maglia da titolare alla 29esima e… basta. L’ennesima frenata alla ricerca della giusta condizione frena mister Novellino dal fidarsi di Bryan nel fango della lotta salvezza in B, così il ventunenne ritorna alla base.
Il terzo anno di contratto con l’Atalanta lo trascorre tra Fluminense ed Emelec, tra Brasile ed Ecuador. Con la Flu esordisce a fine ottobre col Santos ma non si mette mai veramente in luce, all’Emelec torna persino al gol dopo un digiuno durato quasi 2 anni. Con l’Equipo Millonario ritorna a calcare i campi di Libertadores e sembra in discrete condizioni fisiche, tanto che l’Emelec rinnova per un altro anno il prestito di 6 mesi dall’Atalanta.
Il secondo anno di Bryan al Bombillo non è all’altezza della prima parte: qualche fastidio al ginocchio, un rapporto con mister Rescalvo e con l’ambiente mai veramente decollato e un paio di “Casi Gol” clamorosi non ne favoriscono certo il rendimento. A giugno 2021, per la quarta volta, Bryan ritorna a Bergamo senza la speranza di rimanerci.
Si vocifera di un interesse della Reggina, figlio dei buoni rapporti di Tanganelli con la dirigenza calabra, ma a fine agosto la destinazione è un’altra: Kocaelispor. Il 21 agosto Cabezas esordisce nella Süper Lig turca, regala qualche dribbling dei suoi sulla sinistra ma, all’80’ di Denizlispor-Kocaelispor del 31 ottobre 2021, Cabezas si accascia a terra. Entrato da una ventina scarsa di minuti e già ammonito, Bryan si rompe il crociato.
A gennaio si risolve il prestito e Bryan si sottopone alle riabilitazione a Zingonia, essendo formalmente ancora sotto contratto, sino al 22 agosto 2022. Da quel momento, Bryan Alfredo Cabezas Segura non è più un calciatore professionista.
A gennaio sembra fatta: ai dettagli la firma col Deportivo Pasto, massima serie colombiana. Queste però le parole di Óscar Casabón, presidente della società, ai microfoni di mifutbolecuador il 23 gennaio: “Bryan Cabezas non ha superato gli esami medici, ha avuto un problema al ginocchio. Ha un’artrosi al ginocchio e sfortunatamente, dal punto di vista medico, non lo abbiamo ritenuto idoneo a far parte del gruppo”. Il 4 giugno eluniverso.com riporta la possibilità che il ventiseienne quevedeño possa essere il rinforzo del Junior Barranquilla: il sessantasettenne mister Hernan Dario Gomez, ex c.t. di Colombia, Ecuador e Panama, vorrebbe un nome grosso e sorprendente per lottare per il titolo colombiano a stretto giro di posta. Facendo un giro su Twitter la reazione del tifo rojiblanco è polarizzato da chi ne ricorda i fasti passati e chi non li ritiene più replicabili. Il 12 luglio ottiene 4 dei 5 voti necessari dalla giunta direttiva del Deportivo Cali affinché la squadra colombiana possa tesserarlo per la prossima stagione, ma il voto mancante non verrà mai ottenuto. Il 16 luglio si ha l’ultima notizia dell’ecuadoregno: a definirlo “non fisicamente pronto” è Kiril Kotov, direttore sportivo del Fakel Voronezh, ai microfoni di Zarina Khalimkhonova per Sport24. I legami tra la sua agenzia di procuratori, di stampo latinoamericano, abbia convinto una medio-piccola della Premier Liga russa a fare un provino, sono al momento oscuri.
Chissà che la carriera di Cabezas non possa prendere l’ennesima svolta inattesa. Non si può essere certi di niente, nemmeno quando si parla di Cabezas Segura.