A San Siro, lato rossonero, ci sono vittorie rimaste nel cuore del popolo atalantino. A campione, lo 0-1 con rete di Tavola nel 1978, l’1-2 di dieci anni dopo deciso da Bonacina allo scadere che in lire è valso 4,3 miliardi per 4 fortunati tredicisti, lo 0-3 di Romero-Ilicic-Zapata nel gennaio 2021 a spalti vuoti causa Covid, l’1-2 dei quarti di finale di Coppa Italia dell’anno scorso o lo 0-2 del 2018 con reti di Cristante e Ilicic. E ancora, lo 0-1 del 2015 deciso da Denis o un altro 1-2, quello del 2008, con Coppola che para un rigore a Pirlo. Eppure, eppure, eppure… Pensandoci bene forse una delle partite più epiche dei nerazzurri in casa del Milan si è conclusa con un pareggio, ma di quelli indimenticabili: 3-3, anno di grazia 2000. Risultato bissato pari pari nel 2003 quando l’Atalanta si era trovata addirittura avanti 3-0 salvo poi farsi rimontare. E poi retrocedere pure in B nel rocambolesco spareggio con la Reggina, ma questa è un’altra storia. Quella davvero bella va invece per il quarto di secolo, ma resta impressa come poche nei tifosi nerazzurri, protagonisti di uno dei più massicci esodi che la storia ricordi in direzione Milano: in almeno 7.000 a riempire il primo anello verde, quello dove ai tempi venivano messi gli ospiti. Altro che l’attuale piccionaia al terzo livello dove serve il binocolo. Uno spettacolo incredibile, trasferte libere e una classifica ben sintetizzata da un “due aste” passato alla storia: “Pista, è arrivata la capolista”. Eh sì, perché quell’Atalanta dei ragazzini terribili allenati da Giovanni Vavassori a San Siro da prima della classe, seppure in buona compagnia con Udinese e Lazio (che aveva però già giocato il giorno prima) a quota 10 punti. Ah, pure imbattuta per la cronaca, abbastanza pazzesco per essere una neopromossa.