Ogni partita, una storia. Quella volta che il Sassuolo ha spento i sogni europei dell’Atalanta

storia. La storia di Dino Nikpalj

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H o un sassuolino nella scarpa, ahi. Parafrasando la mitica canzoncina di Natalino Otto (roba del 1943) il primo incrocio in serie A con il Sassuolo si è rivelato un disastro per l’Atalanta, ai tempi guidata da Stefano Colantuono. I neroverdi emiliani dopo una partenza terrificante nelle prime quattro partite della stagione 2013-14, il loro debutto assoluto in serie A, con 15 reti incassate (7 a 0 solo dall’Inter a Reggio Emilia) e 0 punti, cominciano a raddrizzare il tiro conquistando un paio di pareggi. La prima vittoria della loro storia arriva nel derby col Bologna, la seconda è un rocambolesco 4-3 a Genova sponda Sampdoria, la terza – ohibò – contro l’Atalanta a novembre 2013 a Reggio Emilia. Apre l’ex Zaza e chiude Berardi nel giro di 4 minuti della ripresa. La svolta per entrambe le squadre arriva a marzo dell’anno dopo. In panchina per gli emiliani non c’è più Eusebio Di Francesco esonerato dopo aver perso 3-1 a Livorno contro l’ultima in classifica. Gli subentra Alberto Malesani che in 5 partite incassa altrettante sconfitte che sommate alle 2 del predecessore fanno 7 di fila. Fatale il ko casalingo con quel Parma che, ironia della sorte, aveva condotto a vincere Coppa Italia, Supercoppa Italiana e soprattutto Coppa Uefa nel 2019. Per rivedere un’altra squadra italiana sollevare quel trofeo, nel frattempo diventato Europa League, bisognerà aspettare 25 anni, Dublino e l’Atalanta.