PSG-Atalanta 4-0, match analysis. Uno contro uno a tutto campo, ma perso ogni duello. I dati (impietosi) della sfida

scheda. L’analisi di Gianluca Besana

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I l debutto europeo dell’Atalanta con Juric in panchina si è trasformato immediatamente in un esame severo, con il Paris Saint-Germain apparso superiore per ritmo, tecnica e qualità complessiva. I nerazzurri si sono ritrovati costretti a inseguire sin dall’inizio senza riuscire a trovare risposte efficaci. Il 4-0 finale ha fotografato solo in parte la distanza tra le due squadre, lasciando la sensazione che il PSG avrebbe potuto vincere anche con uno scarto maggiore. Per l’Atalanta è stata un brutto inciampo, che ha confermato che la Champions impone un salto immediato di intensità e di ordine tattico.

Le formazioni ufficiali hanno subito offerto spunti interessanti di lettura. L’Atalanta ha presentato due sorprese significative: l’inserimento dal primo minuto di Bernasconi e Maldini, con le esclusioni di Zappacosta/Zelewski e Krstović. Juric ha compiuto una scelta precisa, rinunciando a un esterno esperto e a un centravanti di riferimento per puntare su un profilo giovane e dinamico sulla fascia sinistra e su un trequartista capace di muoversi tra le linee. Bernasconi ha avuto il compito di presidiare la corsia avendo a che fare con l coppia Kvara/Hakimi, mentre Maldini è stato chiamato a fornire soluzioni diverse da quelle che avrebbe potuto fornire Krstović, privilegiando mobilità, associazione corta e capacità di occupare lo spazio lasciato libero da De Ketelaere. In mezzo al campo de Roon e Musah a garantire equilibrio e copertura, con Pasalic pronto ad allungarsi in transizione ma attento a montare la guardia su Vitinha.