Atalanta, analisi di bilancio/3 Il Patrimonio che cresce, i debiti e i crediti: dalle cessioni ancora da riscuotere 63 milioni

Articolo.

Lettura 5 min.

Concludiamo l’analisi del bilancio 2020 dell’Atalanta con lo stato patrimoniale. Nei giorni scorsi sono state pubblicate le prime due parti, sui ricavi (leggila QUI ) e sui costi (leggila QUI ).

I l buon andamento gestionale dell’Atalanta negli ultimi anni è sintetizzato dal Patrimonio Netto che in tre anni è balzato da 34,9 milioni di euro a 129.316.728 euro. Il tutto nonostante il capitale sociale, ossia i versamenti dei soci, sia rimasto invariato per tutto il periodo a 4.893.750 euro. Ciò significa che il patrimonio della società nerazzurra è cresciuto esclusivamente grazie ai profitti fatti registrati in questo quadriennio: profitti generati da ricavi meno costi. Per dire, il Milan ha un capitale sociale di 113 milioni di euro ma il 30 giugno 2018 si è ritrovato con un patrimonio netto di appena 14,3 milioni di euro. Per ripianare una perdita di 135,6 milioni di euro seguita da un’altra di 155,869 milioni di euro, gli azionisti rossoneri hanno effettuato nell’ultimo biennio versamenti per 410,4 milioni e solo grazie ad essi il patrimonio netto al 30 giugno scorso è risalito a 67,8 milioni di euro. Ciò non significa che l’Atalanta disponga solo di capitale proprio e non abbia debiti, anzi. Nel bilancio 2020 i debiti ammontano a 161.013.058 euro, in crescita di 55 milioni di euro in un solo anno. Rispetto al 2017 i debiti sono quasi raddoppiati perché quattro anni fa erano 82,3 milioni di euro. A crescere nell’ultimo biennio sono stati soprattutto i debiti verso gli altri Paesi dell’Unione Europea e il resto del mondo, a seguito dei numerosi acquisti di calciatori provenienti da altri campionati: i primi erano 18,8 milioni di euro nel 2018 e sono saliti a 53 milioni e mezzo di euro nel 2020, i secondi sono balzati da un milione e mezzo di euro a 14,6 milioni di euro.