Atalanta e Ajax, bilanci a confronto. Potenza di un marchio: boom per gli olandesi dal business del merchandising

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A nche per l’Ajax la partecipazione ai gironi di Champions League è fondamentale per l’ottenimento di buoni risultati economici e finanziari: lo dimostrano i bilanci della società olandese che abbiamo studiato per Corner, per cercare di capirne di più sul funzionamento e sullo stato di salute delle avversarie dell’Atalanta. Abbiamo iniziato questa serie la settimana scorsa con i danesi del Mitdjylland e la continueremo la settimana prossima con il Liverpool. Dicevamo della Champions: nel 2015/16 l’Ajax si è fermato al 3° Turno Preliminare, eliminato a sorpresa dal Rapid Vienna. Quell’anno è retrocesso in Europa League dove però la sua corsa si è fermata ai gironi: per questo cammino l’Uefa gli ha versato 5 milioni e mezzo di euro e questo ha influito sul fatturato stagionale, rimasto sotto i 93 milioni e mezzo di euro. La stagione seguente l’Ajax si è incagliato all’ultimo ostacolo, i Playoff di Champions League, persi contro il Rostov. Nonostante il riscatto in Europa League, con l’approdo alla finale poi persa con il Manchester United, i premi Uefa sono stati modesti: appena 15 milioni e mezzo di euro, un valore analogo a chi disputa (persino perdendo tutte le 6 partite) i gironi di Champions League. Quell’anno il fatturato dell’Ajax è stato di 118 milioni di euro. Nel 2017/18 andò decisamente peggio per i biancorossi: eliminazione al 3° Turno Preliminare di Champions League per mano del Nizza e uscita ai Playoff di Europa League contro il Rosenborg: l’Uefa staccò un assegno di solo un milione di euro e il fatturato della gestione caratteristica indicato a bilancio non riuscì nemmeno a raggiungere i 92 milioni di euro. Poi però è cambiato tutto.