I conti del calcio italiano/2 Stipendi, costi, ricavi: un pallone sempre più indebitato (ad eccezione dell’Atalanta)

scheda. La seconda parte dell’approfondimento di Giovanni Cortinovis

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P er conoscere e valorizzare al meglio il settore calcio, la FIGC ha avviato dal 2011 un programma di pubblicazione di report e studi specializzati, su tutti Report Calcio, giunto alla quindicesima edizione e realizzato in sinergia con AREL e PwC. «Lo sviluppo sostenibile – scrive il presidente Gabriele Gravina nella prefazione – non rappresenta più solo una scelta, ma una necessità … Occorre sempre più determinazione nel valorizzarne il vertice, puntando ad un maggior equilibrio economico-finanziario del calcio professionistico». Federico Mussi, di PwC, entra più nello specifico: «La stagione sportiva 2023-24 conferma la traiettoria intrapresa da alcuni anni dal calcio professionistico italiano, registrando un record nel Valore della Produzione aggregato, pari a 4,5 miliardi di euro rispetto ai 4,3 miliardi di euro della stagione precedente, con una ulteriore crescita del 6,7 per cento». Per essere più precisi il dato del 2023-24 dei ricavi è di 4,537 miliardi di euro rispetto ai 4,251 miliardi di euro del 2022-23, per un aumento di 286 milioni di euro. Invece nel triennio dal 2019-20 al 2021-22 il Valore della Produzione aveva sempre superato i 3,4 miliardi di euro ma restando sotto 3,61 miliardi di euro. Questo risultato è stato principalmente raggiunto grazie alla crescita dei ricavi da sponsor e da attività commerciali, passati da 930 milioni di euro ad oltre un miliardo di euro. In aumento di 7,4 milioni i ricavi da stadio, saliti a 478 milioni di euro, grazie all’aumento del numero degli spettatori, ben oltre 15 milioni e mezzo sommando le sole Serie A e Serie B nel 2023-24.