Viaggio nei miliardari del calcio/3 L’America alla conquista del nostro pallone: i top, i flop, chi ancora ci spera

scheda. La terza parte del lavoro di Enrico Mazza

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N ei precedenti due approfondimenti (potete leggerli QUI E QUI ), ci siamo occupati di storie rappresentative di grandi business ma incentrate su un unico personaggio o famiglia: Renzo Rosso, Giovanni Arvedi, i Saputo, gli Hartono. In questa ultima puntata faremo il punto della situazione sulle proprietà Usa del campionato italiano. Solo 3 anni fa, sempre su queste pagine ci domandavano perché una ingente massa di denaro a stelle e strisce si stesse dirigendo in Europa, ed in particolare in Italia, invece di trovare collocazione negli Usa che sono la patria dello sport professionistico. Le risposte erano molteplici: prezzi bassi, potenzialità di crescita, sinergie immobiliari grazie alla costruzione di nuovi stadi, mercato delle franchigie americane molto più maturo e quindi meno conveniente. Si auspicava maggiore attenzione e risanamento dei bilanci, avvio dei lavori per i nuovi impianti ed in generale una crescita professionale dei manager italiani. È andata veramente così? Non proprio. Cominciamo ad elencare le proprietà Usa che parteciperanno al prossimo campionato, commentarle singolarmente ci aiuterà poi ad una riflessione complessiva. Sono ben 9 ed in nessun altro campionato europeo c’è una tale concentrazione.