N elle scorse puntate abbiamo visto l’evoluzione dei ricavi e dei costi dell’Atalanta, entrambi in perenne crescita, anche se i secondi restano sempre inferiori ai primi. Ciò ha permesso al club bergamasco di ottenere un utile dietro l’altro: sono 10 i bilanci consecutivi archiviati con un profitto netto, un record senza precedenti nella storia del calcio italiano. Tuttavia gli utili passati non sono garanzia per il futuro perché ogni anno il Conto Economico – che costituisce una parte del bilancio insieme allo Stato Patrimoniale – conteggia solo il fatturato e le spese degli ultimi dodici mesi: il Napoli, per esempio, riuscì a chiudere 8 bilanci di fila in utile, dal 2006/07 al 2013/14 ma nel 2014/15 patì una perdita di 13,1 milioni di euro e l’anno successivo un rosso di 3,2 milioni di euro.
Juve e Atalanta gli estremi
Per questa ragione, i dirigenti delle società calcistiche italiane sono soliti conservare gli utili in azienda, evitando di distribuire dividendi. Al contrario il Bayern Monaco, forte di 33 bilanci consecutivi in utile, è aduso a distribuire ogni anno una parte degli utili agli azionisti: lo scorso dicembre ha pagato loro 12 milioni di euro, l’anno prima 9 milioni di euro mentre dal 2015/16 al 2018/19 scucì 52 milioni e mezzo di euro. Anche i soci dell’Atalanta avrebbero potuto prelevare parte, se non tutti, degli utili dell’ultimo decennio, ma hanno preferito mantenere in società questo tesoretto. Ciò ha moltiplicato il Patrimonio Netto del club nerazzurro che era di 2,2 milioni di euro nel bilancio 2014, all’epoca redatto secondo il criterio dell’anno solare. In quel caso il Patrimonio Netto era inferiore al capitale sociale (costituito dall’emissione di 168,75 milioni di azioni), ammontante a 4,9 milioni di euro, per effetto delle perdite degli anni precedenti: il Patrimonio Netto è infatti dato dalla somma del capitale, delle riserve (legale, statutaria, straordinaria, avanzo di fusione e altre), degli utili portati a nuovo e dell’utile d’esercizio ma le perdite vanno invece in detrazione. Un altro modo per aumentare il Patrimonio Netto è l’apporto di denaro da parte dei soci, aumentando il Capitale sociale, come ha effettuato nell’ultimo lustro la Juventus. Dal 2020 ad oggi i bianconeri sono stati artefici di 4 ricapitalizzazioni: 299,9 milioni di euro nel 2020, poi 339,7 milioni di euro nel 2021, quindi 199,9 milioni di euro nel 2024 e di 97,8 milioni di euro un mese fa.