Il calcio, i fondi di private equity, l’esempio della Spagna e dell’Inter: se rifiuti quei soldi, vendi i campioni

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E siste un unico filo conduttore tra la lite recentemente scoppiata tra le big Real Madrid e Barcellona ed il resto della Liga spagnola: la richiesta di dimissioni inoltrata da 7 club italiani al Presidente Del Pino, l’acquisizione dei diritti TV da parte di Dazn e magari anche il passaggio di Lukaku dall’Inter campione d’Italia al Chelsea? Vogliamo rispondere affermativamente e il fattore comune che li unisce è la presenza, più o meno ingombrante, di un fondo di Private Equity. Partiamo quindi con il chiarire cosa è un «private equity»: un’attività finanziaria mediante la quale un soggetto, di solito un investitore istituzionale, rileva delle quote di una società target acquisendo da terzi delle azioni già esistenti oppure sottoscrivendo azioni di nuova emissione. Un fondo di private equity è per logica conseguenza una società di gestione che amministra, valorizza ed eventualmente vende in profitto le attività che sono state acquisite precedentemente. Tipicamente si tratta di mercati privati vale a dire che non si acquistano azioni già quotate ma si tratta direttamente con le proprietà. Cvc Capital Partners con base a Londra ma uffici in tutto il mondo è tra le prime 5 società più importanti nel settore, gestisce circa 60 miliardi di dollari principalmente in settori come beni di consumo, servizi finanziari, telecomunicazioni e farmaceutica e durante le prime settimane di agosto è balzata agli onori della cronaca per aver raggiunto un accordo con la Liga spagnola governata da Javier Tebas che prevede un apporto di denaro fresco ai club di serie A e B pari a 2,7 miliardi di euro in cambio di una percentuale pari a circa l’11% degli incassi relativi ai diritti audiovisivi e non per i prossimi 50 anni.