Il «modello Atalanta»: conti a confronto con le big del calcio europeo. Ecco perché senza plusvalenze non si compete

scheda. L’approfondimento di Giovanni Cortinovis

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L o scudetto delle plusvalenze è un termine che leggiamo sempre più spesso sui social: c’è chi se ne serve per sottolineare il buon lavoro della dirigenza dell’Atalanta e chi invece lo impiega per ironizzare su un traguardo che gioverebbe solo alle tasche della proprietà, senza tradursi in risultati sportivi. Questi ultimi però ignorano o fingono di ignorare che senza le plusvalenze il club bergamasco non riuscirebbe a reggersi in piedi. Il costo del personale infatti è pari all’81,23 per cento dei ricavi caratteristici, considerando come tali i diritti tv, gli incassi al botteghino e i ricavi commerciali, ovvero quelli generati da sponsor, fornitori e merchandising. Si tratta di una percentuale altissima, superiore a quella delle squadre che hanno conquistato gli 8 campionati nazionali più importanti nel 2022/2023, al centro della ottava edizione di The European Champions Report, realizzata da Football Benchmark. Football Benchmark è un’iniziativa di Ace Advisory, una società ungherese con una ventina d’anni di esperienza nella consulenza e nell’analisi del calcio e di altre discipline sportive, fondata e diretta da Andrea Sartori con cui collaborano una decina di persone. Per anni Football Benchmark ha operato sotto l’ombrello del colosso KPMG, ma dall’aprile 2022 si è trasformata in una società indipendente, denominata per l’appunto Ace Advisory.