L’Atalanta fa utili, le altre perdono centinaia di milioni. I bilanci di Roma, Juve e milanesi: di «big» ci sono solo i debiti

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I l calcio italiano non versa in buone condizioni e la conferma è arrivata dai bilanci delle società calcistiche più importanti approvati nell’ultimo mese dalle rispettive assemblee degli azionisti: Juventus, Inter, Milan e Roma, in ordine decrescente di fatturato. Precisiamo subito che l’esclusione di Napoli, Lazio e Atalanta da questo gruppo d’elite non è arbitraria ma discende da un paio di ragionamenti. Seppur presente da un triennio in pianta stabile in Champions League, il club bergamasco non può essere definito una grande a causa sia del modesto palmares che del ridotto seguito che lo contraddistingue. Magari fra mezzo secolo l’Atalanta avrà una dozzina di trofei in bacheca e milioni di tifosi in tutto il mondo, quindi la sua appartenenza dovrà essere riconsiderata, ma ora non sembra meritarlo. Per Napoli e Lazio il discorso è invece legato alla scarsa attitudine alle spese esagerate dei rispettivi proprietari, più inclini a puntare sull’autofinanziamento e quindi a contenere i costi prima ancora di aumentare i ricavi. Sotto la gestione De Laurentiis i partenopei hanno fatto registrare utili per 8 stagioni di fila e perdite, peraltro contenute, per mai più di 3 bilanci consecutivi. Lo stesso ragionamento guida Lotito che nell’ultimo decennio ha avuto solo metà dei bilanci in rosso e nemmeno per altissimi importi: 12,6 milioni di euro di perdita nel 2015/16, 13,1 milioni di euro nel 2018/19, 15,9 milioni di euro nel 2019/20 e 24,2 milioni di euro nell’ultima stagione. Valori che sono stati peraltro compensati dagli utili del 2016/17 per 11,4 milioni e soprattutto del 2017/18 per 36,3 milioni di euro. E ora vediamo le note dolenti delle cosiddette big.