L’equilibrio nel calcio, 2ª puntata. Come si misura nei campionati, e cosa ha fatto l’Atalanta: è la principale novità in Europa

scheda. L’approfondimento di Enrico Mazza

Lettura 5 min.

N ella precedente puntata che potete leggere QUI ci siamo occupati dei principali metodi di valutazione sull’equilibrio dei campionati europei, in particolare in merito al vincitore finale e alla differenza competitiva tra le primissime dei campionati e il resto della classifica. Veniamo ora all’andamento dei singoli match. E’ ormai disciplina acclarata che una partita dall’esito troppo scontato porta un danno economico al sistema: se di una partita si può prevedere facilmente il risultato finale avremo alla lunga meno spettatori allo stadio e meno accessi alle pay-tv. Sempre più rilevante appare la suddivisione tra spettatori “commited” (tifosi impegnati) ed “uncomitted” (calciofili neutrali): proprio quest’ultimi sono più interessati da queste tematiche; se Empoli-Napoli è già 0-2 dopo trenta minuti di gioco e con nessuna possibilità di rimonta rimarranno sintonizzati solamente i tifosi delle due squadre interessate ma a Milano come a Hong-Kong o New York cambieranno probabilmente canale. Non è neppure necessario spiegare quanto questo può incidere su audience, inserzioni pubblicitarie e futuri acquisti pay-per view. Per misurare anche questo fattore ci viene in aiuto il lavoro di uno studioso olandese, J. Groot, autore di una pubblicazione che analizza 50 anni di Ligue 1. Calcolare se in un campionato vi sono tante partite incerte è relativamente semplice, lo si può fare anche nel durante ma funziona meglio ex-post con la classifica finale. Proviamo a spiegare.