Non solo il Chievo: 20 anni di serie A, 21 club spariti sotto i debiti. Ecco perché mantenere la categoria è fondamentale

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Q uando, ogni anno, Antonio Percassi ricorda che l’obiettivo principale dell’Atalanta è la salvezza molti tifosi storcono il naso. Troppo poco, a loro dire, per una squadra reduce da tre terzi posti di fila, con conseguente ammissione ai gironi di Champions League, e dotata di patrimonio calciatori di prim’ordine. Pur non spiegandolo a chiare lettere, il presidente nerazzurro è consapevole che la sopravvivenza della società a medio termine dipenda dalla permanenza nella massima serie. A fallire non sono infatti solo i club che stazionano da anni nel torneo cadetto e in Serie C, ma anche molte formazioni provenienti dalla Serie A. Quanto accaduto nelle ultime settimane conferma questa tesi: i ricorsi di Chievo, Carpi, Novara e Livorno contro le esclusioni dai campionati di Serie B (per i veneti), C (per emiliani e piemontesi) e D (per i toscani) per inadempienze di carattere finanziario e tributario sono tutti stati bocciati e nessuna di loro figura negli organici del calcio professionistico 2021/22. Trattasi di quattro società che nelle ultime 20 stagioni hanno disputato almeno un campionato di Serie A. Novara e Carpi sono retrocesse subito, rispettivamente dopo essere finite penultima nel 2011/12 e terzultima nel 2015/16. Dopo la caduta il Novara ha resistito in Serie B per sole due stagioni, anche se ci è tornato nell’estate del 2015 ma la sua permanenza è durata un altro biennio.