S tagione finita e calcio agonistico che ha chiuso. Sappiamo poi che in Italia il calcio, fra mercato e gossip, prosegue per l’intero anno e non ha mai sosta. In questo periodo a Bergamo ce ne stiamo decisamente accorgendo con la vicenda allenatore. I calciatori, quasi tutti, possono però pensare alle vacanze e immaginarsi sotto l’ombrellone o in qualche posto esotico. Con questo articolo finale cerchiamo di capire come è finita la stagione dei nostri prestiti, tracciando qualche bilancio e basandoci come al solito sui numeri. Dall’ultima volta che abbiamo raccontato dei calciatori atalantini al servizio di altre squadre non è trascorso molto tempo per cui la situazione è ovviamente simile a quella precedente con l’unica differenza che ora possiamo davvero parlare di bilancio finale. Lo abbiamo detto e ripetuto fino alla noia: è stata una stagione tendente al grigio. Poche le soddisfazioni ma soprattutto pochi i riscatti, sportivamente parlando, e poche le prime affermazioni che era lecito attendersi. Essendo a fine anno abbiamo fatto un confronto con le annate precedenti. Il dato finale è in linea con quello delle stagioni passate anche se gli addendi sono molto diversi. Il responso, a livello di impiego, dei giocatori scesi in campo in Serie A è il migliore degli ultimi cinque anni. I motivi sono principalmente due: solo tre, diventati poi due, erano i giocatori in prestito nella massima serie italiana e soprattutto questi hanno trovato spazio. Quando la platea di interpreti è più ampia, e alcuni di questi sono portieri, accade che ci siano situazioni deficitarie capaci di sporcare il dato finale. Quest’anno per mezza stagione c’è stato Gollini che al Genoa, prima di un infortunio, un po’ di spazio lo aveva trovato. Ma il buon risultato soprattutto grazie alle prestazioni di Piccoli e Adopo entrambi al Cagliari. I due atalantini, per ora lo sono ancora, hanno collezionato presenze e minuti impreziosendo la percentuale relativa alla Serie A.