O rmai lo sapete, ci piace raccontare come il tifo nerazzurro nasca e venga vissuto a latitudini e longitudini diverse dalla nostra. È un fenomeno in costante crescita e che non dà segno di volersi fermare. Abbiamo visto che c’è modo e modo di appassionarsi. Chi rimanendo folgorato da una partita, magari di Champions League, chi per una gita a Bergamo, chi perché possiede origini bergamasche. Oggi raccontiamo una storia particolare. Ci troviamo ad Algeciras, nel profondo sud della Spagna, e dell’Europa, dove il Mar Mediterraneo e l’Oceano Atlantico s’incontrano. Non siamo qui per le vacanze, anche se ci piacerebbe, ma per raccontare la storia Juan Manuel, 39enne tifoso della Dea, appassionatosi al mondo nerazzurro per via di Cristina, la sua compagna, bergamasca di Adrara San Martino e in Spagna ormai da diverso tempo. “La mia compagna è bergamasca e vive in Spagna da un po’ di tempo. Successivamente, anche suo padre e suo fratello sono venuti a vivere qui. Sono da sempre tifosi della Dea, quindi abbiamo iniziato a riunirci a casa di mio suocero ogni volta che l’Atalanta giocava - racconta Juan Manuel -. Fin da piccolo sono un appassionato di calcio e amo il bel gioco. Apprezzo molto la tecnica, l’eleganza e la fantasia in questo sport, e mi sono subito innamorato del gioco della Dea. Non ricordo esattamente la data, ma credo che fosse più o meno il primo o il secondo anno di Gasperini. È stato amore a prima vista: l’eleganza di Ilicic, la tecnica del Papu, il coraggio di Freuler e de Roon, le corse di Gosens e Hateboer, la forza di Duván, la magia di Muriel e molto altro ancora. Insomma, l’impegno e il gioco meraviglioso di tutti i giocatori, con la disposizione tattica che Gasperini sapeva dar loro. È stata una sinfonia a cui non ho potuto resistere. Con il tempo, ho imparato a conoscere meglio i valori del club, i suoi tifosi e la cultura bergamasca. E l’innamoramento è cresciuto. Mi considero un tifoso dell’Atalanta e oserei persino dire che, in un’altra vita, ero bergamasco”.