Atalanta: l’avversario da leggere, con le sue mille vite, è Marko Arnautovic. Le risse, la Cina, la chance del Bologna

storia.

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M ercato aperto? Sì, ma si torna in campo. Almeno per qualche ora bisogna pensare solo al calcio giocato. Dopo la vittoria in pieno recupero sul Torino, a Bergamo arriva il Bologna. Da quest’anno, al centro dell’attacco rossoblù c’è un nuovo numero nove: Marko Arnautovic. La sua storia merita di essere raccontata. Un giocatore dai grandi colpi di testa, in campo e fuori. Arnautovic nasce a Vienna il 19 aprile 1989, nel distretto di Floridsdorf, nella zona nord della città, da padre serbo e madre austriaca. Lì inizia a giocare a calcio, nella squadra locale, appunto il Floridsdorf, prima di girare tra i settori giovanili di Austria Vienna, First Vienna e Rapid Vienna, le tre principali squadre della città. Nel 2004 a sedici anni, ritorna a casa e un anno dopo debutta in prima squadra. C’è solo un problema: il Floridsdorf gioca in quarta divisione, in un campionato regionale. Arnautovic prova a farsi notare, segna cinque gol in diciannove partite di campionato. Quanto basta per essere notato dagli osservatori dei campionati che contano: lo chiama il Twente, in Olanda. E Marko non può certo rifiutare. Sbarca in un mondo totalmente diverso da quello che aveva sempre conosciuto, sbarca finalmente nel calcio professionistico. Inizia la scalata: nella prima stagione, la 2006-2007 gioca nel settore giovanile, in quella che in Italia è la formazione Primavera. Segna diciotto gol e nel frattempo debutta in prima squadra.

Nell’annata 2007-2008 viene spostato nella seconda squadra, che gioca in seconda divisione: ventun gol in ventiquattro partite. Intanto gioca qualche partita da subentrato nel massimo campionato e fa il suo esordio in Coppa UEFA.