Atalanta, punto sui prestiti. L’eterna sfortuna di Varnier, sorrisi all’estero, Cittadini cresce (ma in A e B si gioca poco)

scheda.

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I campionati di calcio hanno iniziato il loro cammino 2022/23 e all’interno dei diversi tornei vi sono i ragazzi atalantini in prestito. Come al solito seguiremo le loro prestazioni nel corso della stagione per cercare di misurare, attraverso i numeri, il loro andamento e, ci auguriamo, la possibile crescita. Quest’anno, come già detto nell’articolo di presentazione a fine mercato, a causa della nuova legislazione sui prestiti, vi è stato un primo deciso ridimensionamento dei calciatori nerazzurri mandati a giocare in altre formazioni. Si è passati così dai 60 della scorsa stagione ai 48 dell’attuale, un numero che, a nostro giudizio, è destinato a ridursi ulteriormente nelle prossime stagioni. Ovviamente esiste una soglia fisiologica, che deve comprendere i ragazzi usciti dal vivaio, sotto la quale non si potrà andare. Ricordiamo che noi consideriamo prestiti sia i giocatori dati con la formula dell’acquisizione temporanea pura sia quelli che hanno diritto o obbligo di riscatto al verificarsi di certe condizioni. Pessina per esempio è considerato ancora un prestito atalantino perché il Monza dovrebbe avere l’obbligo del riscatto al verificarsi della salvezza. Usiamo il condizionale perché queste clausole non sempre sono ben riferite e conosciute. Non consideriamo viceversa Kovalenko perché lo Spezia ha l’obbligo del riscatto a fine stagione. Il primo quindi potrebbe ancora tornare in forza all’Atalanta, mentre il destino calcistico del secondo è già scritto.