Atalanta, tutto sull’Olympiacos. Tecnico portoghese, moduli variabili. E c’è un «giovane» che fu lanciato da Gasp

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L’ Atalanta si è presa la Juventus di Grecia. Ecco l’Olympiacos e il radar nerazzurro punta il Pireo, alle porte di Atene: per la prima volta, una trasferta nella Grecia continentale, dopo che un passato remoto aveva offerto un viaggio a Creta, contro l’Ofi. Non un sorteggio sfortunato per l’Atalanta: i bussolotti da evitare erano quelli di Real Sociedad e Betis, mentre le altre quattro, in sostanza, si equivalevano. L’Olympiacos è abituato a dominare in lungo e in largo in patria (ha vinto 21 degli ultimi 25 campionati), ma in Europa non ha mai fatto strada: il top sono i quarti di Champions ottenuti nel 1998/99, mentre le ultime due stagioni hanno portato altrettante eliminazioni agli ottavi di Europa League (quindi al turno successivo rispetto a quello in questione). La seconda coppa, in effetti, è la dimensione più consona, visto che spesso l’Olympiacos ci è finito retrocedendo dalla Champions, dopo la fase ai gironi, se non nei preliminari. Quest’anno, l’eliminazione è arrivata già in estate, ai rigori contro il Ludogorets, dopo due pareggi. Senza mezze misure il girone di Europa League, chiuso al secondo posto alle spalle dell’Eintracht Francoforte, con tre vittorie e tre sconfitte. Il campionato greco, nel mentre, è già stato ipotecato: 11 vittorie e 2 pareggi in 13 giornate e primo posto a +8 sull’Aek.