Dati, storie, duelli: ecco il bigino di presentazione di Napoli-Atalanta

scheda. La presentazione di Massimiliano Bogni

Lettura 6 min.

N umeri del presente, previsioni tattiche su quel che potrà essere la partita in arrivo, uno sguardo sul passato e uno sul duello che potrebbe decidere le sorti dell’incontro. Per arrivare preparati a ogni gara dell’Atalanta nel massimo campionato italiano, ecco la storia in breve delle partite dei nerazzurri come se fosse un’edizione Bignami, un bigino da portarsi con sé ogni fine settimana. Oggi il capitolo è intitolato “Napoli-Atalanta”.

Previsioni tattiche

Dopo un semestre di totale annichilimento del progetto tecnico, tra allenatori senza la minima possibilità di impattare positivamente con l’emotività del gruppo (Garcia) o in grado di innovare la proposta tattica (Mazzarri), da metà febbraio il Napoli ha deciso di affidarsi nuovamente a una guida coerente coi princìpi che hanno portato allo Scudetto 2022/23. Quello di Francesco Calzona, tuttavia, è un Napoli ancora convalescente, per il quale era impossibile immaginare un cambio di marcia immediato dopo mesi dal motore spento. Quando la palla si trova nella metà campo offensiva del Napoli, sia che la gestiscano gli azzurri o la squadra avversaria, l’impatto dei partenopei sta gradualmente tornando a essere quello dei giorni migliori della passata stagione, con l’unica eccezione sotto la voce “costanza” al nome di Victor Osimhen. I numeri senza pari in A per passaggi in avanti, laterali, lunghi e soprattutto totali (503.74) sono solo la preparazione a un’occupazione continuativa della zone di campo dedicate alla finalizzazione. Nessuno entra in area tanto quanto il Napoli (22.13 tocchi a partita) perché nessuno riesce a creare profondità come la squadra di Calzona (10.20 attacchi oltre l’ultima linea difensiva avversaria a gara). Così come la fluidità posizionale e tecnica in fase d’attacco, il dinamismo degli attaccanti del Napoli è quantificabile anche nella fase di prima pressione: il dato del PPDA (passaggi concessi per azione difensiva) è il più basso del campionato (8.45), segno che l’aggressività sulle prime uscite e sugli scarichi dei difensori è ormai informazione codificata nel DNA del Napoli.