Gasperini, scenari e obiettivi. Ecco l’intervista integrale a L’Eco di Bergamo

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S entendosi chiedere quale dei suoi record gli piacerebbe migliorare sorride e provoca: «Magari... il terzo posto?». Da bergamasco ad honorem nel futuro vede «un’Atalanta più forte, perché nella vita vinci se migliori, e per riuscirci bisogna muoversi in anticipo. Ma quest’anno siamo sulla buona strada». Dovendo scegliere tra Coppa Italia e Champions vuole tutto e risponde «All in! Ma il massimo è la Champions». E da qui a fine stagione per rappresentare la sua Atalanta torna al mito: «La immagino come una Dea, veloce e abilissima a cacciare. Atalanta era un’eroina? Sì, mi piace anche di più, perché non siamo perfetti. Siamo sempre migliorabili».

Gian Piero Gasperini è su di giri, la sosta è un’occasione per tuffarsi con adrenalina nel futuro. Immediato, ma anche di medio periodo «perché noi siamo l’Atalanta, e per restare l’intrusa tra le grandi bisogna essere svelti, anticipare i tempi. Giocare d’anticipo è fondamentale, infatti l’anticipo è la miglior dote dei nostri difensori: tutti in generale sanno difendere, ma chi sa anticipare alza la qualità».

Ma come non cominciare dalla Nazionale: «L’Italia finora ha dato belle risposte, ho visto partite piacevoli. Mancano i test con le grandi, ma Mancini non ha l’obbligo di vincere gli Europei. E sta facendo un buon lavoro, anche se il campionato non offre molta scelta ha inserito molti giovani».

Adesso ha chiamato Pessina e Toloi.

«Siamo felicissimi, sono un premio per tutta la nostra realtà».

Mister, lei è Bergamo da 5 anni, ne ha altri due di contratto e un’opzione sul terzo, i Percassi la vogliono a vita. Ma lei cosa vede nel futuro?

«Qui mi sento a casa, e nel futuro vedo un’Atalanta più forte. Assolutamente più forte… Due anni di Champions ci hanno migliorato dal punto di vista tecnico e mentale. Il club è cresciuto economicamente e in esperienza. I Percassi sono diventati ancora più bravi e più forti. E tra le concorrenti vedo problemi economici, mentre noi abbiamo bilanci fortissimi. Bene, ora si tratta di mettere a frutto questo vantaggio».