La storia di Immobile, dalla Juve a mille squadre fino al vero boom. Ora è il pericolo pubblico n. 1 della Lazio

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L a partita con il Sassuolo va archiviata, subito. È arrivata una vittoria fondamentale per la corsa a un posto nella prossima Champions League, ma la sfida che conta, adesso, è quella in programma questa sera alle 21:45 allo stadio di Bergamo. Un’Atalanta a caccia della doppia rivincita nei confronti della Lazio, con in mente la sfida d’andata e la finale di Coppa Italia giocata poco più di un anno fa. La squadra di Gasperini troverà nuovamente di fronte Ciro Immobile, il capocannoniere della Serie A con ventisette gol segnati in ventisei partite giocate, più di uno a partita, anche se dieci di questi su calcio di rigore. Un attaccante particolare, quello della Lazio: esploso tardi, con qualche problema nelle esperienze all’estero, ma oggi quarto miglior marcatore nella storia dei biancocelesti. Trent’anni compiuti a febbraio, Immobile nasce a Torre Annunziata e cresce calcisticamente nel Sorrento, fino al 2007, quando dopo aver segnato trenta gol con la formazione Allievi viene notato dagli osservatori della Juventus: i bianconeri lo chiamano dopo la consulenza di Ciro Ferrara ed è la prima, grande chance per il futuro centravanti della nazionale.