A ndando allo stadio, o anche solo girando per la città, si può constatare sempre più come l’Atalanta, negli ultimi anni, abbia avvicinato tifosi provenienti da ogni parte del mondo. Ormai lo sapete, a noi piace raccontare le loro storie. Siamo stati in Mauritania, Egitto, India, Tahiti, Brasile, Costa Rica e in tantissimi altri Paesi, toccando quasi ogni continente. Sicuramente l’esposizione mediatica data dalla Champions League ha giocato un fattore importante in questo, ma c’è anche chi, per i più svariati motivi, ha iniziato a seguire l’Atalanta quando ancora non calcava i palcoscenici più importanti del calcio internazionale. Oggi siamo nelle midlands inglesi per conoscere Tommy Farr, 44enne di Halesowen, una cittadina vicina a Birmingham. Lavora con il cognato intonacatore. Si è avvicinato all’Atalanta quasi trent’anni fa:”Negli anni ‘90, in Inghilterra, c’era un programma televisivo dedicato alla Serie A ed è risaputo come abbia avvicinato molti inglesi al calcio italiano - racconta Tommy -. In Inghilterra tifo il West Bromwich Albion, una delle 12 fondatrici della English Football League, ma ora in Championship, la Serie B inglese. È una squadra che ha una storia importante, ma non vince da molti anni (campione d’Inghilterra nel 1919-20 e cinque Fa Cup, l’ultima nel 1968). Per questo motivo mi sembrava sbagliato tifare per una big del calcio italiano. Quell’anno Pippo Inzaghi ha vinto il titolo di capocannoniere con l’Atalanta e l’ho voluta come mia squadra del cuore. Sono rimasto affascinato dalla storia dei centravanti nerazzurri. In più, il Wba proviene da una città simile a Bergamo per dimensioni, ma molto meno bella, e i due stadi si assomigliano per grandezza e design”.