L’Atalanta riscopre Varnier: prime presenze per un talento sfortunato. Ecco la sua storia

scheda. L’approfondimento di Filippo Maggi

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N ell’estate del 2018, Giovanni Sartori, il ds Zamagna e il resto dell’area sportiva nerazzurra si trovano di fronte a un’Atalanta qualificata alle coppe europee per il secondo anno di fila. Per un ulteriore salto di qualità si punta forte sul reparto avanzato, soprattutto alla luce di un rendimento realizzativo non così importante in chiave da parte di Petagna, titolare per grossa parte della stagione precedente. Al suo posto arriva Duván Zapata dalla Samp, attaccante che a Bergamo riuscirà ad esprimere appieno un potenziale ancora non del tutto espresso prima dell’approdo nella Città dei Mille. Meno fortunato, invece, sarà il tentativo fatto con il fantasioso esterno argentino Rigoni, durato solo qualche mese nonostante qualche interessante barlume di talento mostrato qua e là. Oltre ai due colpi da novanta sudamericani si cerca di costruire, come da must della società nei primissimi anni del ciclo gasperiniano, una base di calciatori giovani e il più possibile futuribili negli anni. In questa direzione vanno quattro degli acquisti effettuati proprio dall’Atalanta: il polacco Reca e tre di quelli che, in quel momento, erano considerati da molti addetti ai lavori tra i migliori Under del nostro calcio. Nello specifico parliamo di Davide Bettella, Marco Tumminello e Marco Varnier. L’ultimo dei tre è, probabilmente, quello con più argomenti dalla sua per imporsi da subito in maglia nerazzurra. A Zingonia lo sanno bene, e non badano a spese anche per l’acquisizione del suo cartellino: 5 milioni di euro e trasferimento completato dal Cittadella, squadra in cui aveva giocato dai 16 anni in poi, una volta fallito il Padova.