Trent’anni fa, Italia ’90. Gli occhi di Totò, il rigore di Donadoni, Caniggia elimina l’Italia: i Mondiali che non scorderemo

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di Giovanni Cortinovis, Gigi di Cio, Luca Bonzanni

D alla sorpresa Omam-Biyik al rigore di Brehme, passando per la mascotte Ciao e gli occhi spiritati di Schillaci, nello scenario di stadi appena ristrutturati e già obsoleti, con la colonna sonora delle Notti Magiche. Trent’anni fa, con la gara inaugurale tra l’Argentina campione uscente e il Camerun a San Siro, prendeva ufficialmente il via Italia ’90.

Seppur ridotti in nove per le espulsioni di Kana-Biyik e Massing, i leoni d’Africa riuscirono a sconfiggere Maradona e compagni grazie a un imperioso stacco di testa dell’attaccante del Laval (campionato francese). Il giorno dopo, all’Olimpico di Roma, inaugurato il 31 maggio da Papa Wojtyla, l’Italia superò l’Austria grazie alla mossa di Vicini che a un quarto d’ora dalla fine richiamò in panchina Carnevale per far entrare Schillaci, l’emergente della stagione: i 15 gol segnati in Serie A e i 6 nelle coppe con la Juventus avevano incuriosito il Commissario Tecnico che l’aveva fatto esordire in azzurro a fine marzo, in amichevole contro la Svizzera.

Risulterà la mossa decisiva per il destino della Nazionale perché 4 minuti dopo Schillaci si incuneò tra i marcantoni della difesa per spedire in rete di testa il c ross di Vialli. Quella sera, davanti alle tv, c’erano secondo i dati auditel 23.939.000 spettatori. Fu il là alle notti magiche del siciliano che si laureerà capocannoniere del torneo con 6 gol e dell’Italia intera, sulle note di Edoardo Bennato e Gianna Nannini: i due adattarono liberamente Tu be number one, l’inno ufficiale del torneo nel resto del mondo.