Viaggio nel tifo/2 Da dove tornano gli hooligans? Ecco origine, storia e tramonto (forse) del tifo violento inglese

storia.

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Continua il viaggio nel mondo del tifo post-Covid. Quella che segue è la seconda puntata, puoi leggere la prima cliccando QUI .

L’ annus horribilis è il 1985, quello della svolta il 1989 quando l’Inghilterra decide di dichiarare davvero guerra al fenomeno hooligans, o quantomeno di spostarlo fuori dagli stadi. O meglio, dalle terraces, incredibili gradinate capaci di contenere anche 28mila persone, come la mitica Holte End del Villa Park di Birmingham: attenzione, non stiamo parlando di uno stadio intero, ma di un settore, uno solo.

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Dove una volta che entravi non uscivi fino alla fine della partita, stipati come sardine: per capirci, i bisogni corporali liquidi vengono spesso espletati usando il giornale arrotolato perché muoversi è praticamente impossibile, figuriamoci andare in bagno. In realtà il giornale arrotolato e pressato diventa anche un’arma mica male per menare fendenti alla tifoseria rivale: quelli dell’Isle of Dogs, ridente posticino londinese in un’ansa del Tamigi, ne fanno un’arte al punto tale che nell’ambiente viene chiamato “Millwall brick”, il mattone di Milwall. Le terraces sono state fin dagli anni ’20 il ritrovo della working class, quelli che hanno invece qualche penny in tasca possono permettersi i posti al coperto: stiamo parlando di vertiginose gradinate spesso in legno con nessun meccanismo atto a regolamentare l’accesso del pubblico.

I tornelli con contapersone che si bloccano automaticamente al raggiungere della capienza massima vengono introdotti solo nel 1946 dopo la strage di Burnden Park a Bolton: 33 morti e oltre 500 feriti per una partita di Fa Cup. Lo stadio poteva contenere 55mila persone, dentro erano in 80mila.