Caudano, la gioia nella notte di Valencia. E il silenzio di Bergamo, che vale un boato del cuore

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L’ arbitro ha appena fischiato la fine. Florenzi parlamenta agitato. I nerazzurri si abbracciano. Gasperini sorride felice. Il professor Caudano guarda nel silenzio della sua casa. Valencia è stata, per ora, l’ultima partita. L’estremo dono di un gruppo fantastico e del suo condottiero in panchina. La cavalcata cominciò una limpida domenica dell’ottobre 2016, in uno stadio pieno di gente e di gioia. Quel giorno, nello stupore del prepartita, uno dei cognomi più pronunciati, fu quello di Caldara, buttato in campo contro il Napoli insieme ad altri ragazzi più o meno esordienti come lui. Caldara ha giocato anche a Valencia. Con il Papu e Freuler, formava il trio dei superstiti da quell’inizio lontano. Il professor Caudano ama le statistiche e ama costruirsene di sue, diciamo di interesse più umano che tecnico. Questa del trio dei sopravvissuti, che verifica sulla iPad subito dopo il novantesimo, lo colpisce, perché ha risvolti su cui riflettere. Papu e Freuler mai andati via, Caldara passato per Juve e Milan com un Icaro giunto vicino al sole e subito tornato al punto di partenza, all’amato punto di partenza. E Gasperini instancabile nel palmare la sua creatura al mutare degli interpreti...