Caudano si ribella alla riunione. Ed ecco un poema tutto suo, su...

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P iù s’attempa e meno si sente dentro il tempo, il professor Caudano. O, per meglio dire, dentro i tempi. Non perché ne rifiuti completamente le innovazioni e le novità tecnologiche (possiede anzi, e usa volentieri, internet, computer, smartphone e iPad, per esempio), ma perché, soprattutto nel suo lavoro, non ne condivide i miti e le presunte svolte: per dirla con Leopardi (e ancor di più con il di lui cugino Terenzio Mamiani), «le magnifiche sorti e progressive» di una scuola in cui passione e rigore, per lui gli ingredienti primi di una buona didattica, lasciano sempre più il posto a burocrazia, vuote astrusità, furbesche scorciatoie e pavidità della valutazione.