Le città del calcio/5 Wimbledon, storia della squadra «rubata» e poi ripresa

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N egli Usa è cosa assolutamente normale. Al punto che Oakland nei prossimi due anni perderà la squadra di basket e quella di football americano. I Golden State Warriors (non proprio gli ultimi arrivati, tre anelli negli ultimi cinque campionati Nba…) ripasseranno dall’altra parte della baia, dall’Oracle Arena al nuovissimo Chase Center di San Francisco: in sostanza oltre il ponte, un ritorno. I Raiders finiranno addirittura nel deserto del Nevada, in quella Las Vegas che da anni bramava una squadra Nfl, ma c’erano troppi timori per una città dove il gioco d’azzardo è tutto, scommesse comprese. Ma questi sono gli Usa, un altro mondo e un’altra cultura sportiva: paghi e ti porti via la franchigia, titoli compresi (Golden State, in fondo, arrivava da Philadelphia), potenza del dio dollaro. In Europa non funziona così, al massimo qualche cessione di titolo sportivo tra società diverse per motivi economici nel basket o nel volley. Ma nel calcio no, già si fatica a digerire astruse fusioni da scalo ferroviario (AlbinoLeffe o VeneziaMestre, così a campione, ma non male anche Vicenza Virtus), figuriamoci traslochi d’imperio da una città all’altra. Qui, invece, parliamo di Wimbledon. State a vedere.