Una foto, un racconto. Quell’attimo negli occhi di Pisani, tra Morfeo e Vieri. L’ultimo gol e la domanda di un bambino

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“P apà, ma quello in mezzo dove guarda? Non ti sembra che i suoi occhi si perdano nel nulla?” Giacomo si è fatto trasferire quelle che lui chiama “le foto di pallone” su un vecchio iPad che gli è stato concesso di usare, a patto che non giochi per più di un’ora al giorno. Lui, ligio e controllato da papà e mamma, si dedica alle attività ludiche per il tempo stabilito, poi o guarda filmati di calcio o fa passare, appunto, le “foto di pallone” di suo padre. Il quale intanto lavora al computer. Sta terminando una riunione con il suo capo (ditta farmaceutica, rapporti con le Regioni, prezzi, volumi, concorrenza e amenità simili) e non bada alla domanda. Ma se un bambino ti aspetta al varco, in genere, ha più pazienza nell’attenderti di quanta astuzia possa avere tu, adulto, nell’eluderlo. Qui, oltretutto, papà Tommaso non ha nemmeno ben capito la domanda, sicché non sta cercando di sfuggirla. Se mai, sta cercando di sfuggire al suo capo. E quando finalmente la riunione finisce, Giacomo, implacabile, replica il suo quesito, senza mutare una sillaba. “Papà, ma quello in mezzo dove guarda? Non ti sembra che i suoi occhi si perdano nel nulla?”. Ora che è libero, Tommaso guarda la fotografia. Un brivido gli corre lungo la schiena.