Atalanta agli ottavi con merito: il peso di una grande prestazione nel momento chiave, il rischio legato agli infortuni

commento. L’editoriale post partita

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I l calcio ha un fondo di irrazionalità che è il suo bello. L’ultima può battere la prima, talvolta. Oppure giochi benissimo e perdi, giochi malissimo e vinci, rischi tantissimo di perdere e te la cavi. Fai confusione su un cambio e da quel momento la partita un po’ si raddrizza, la pressione si allenta. Fai un gol difficilissimo e ne sbagli di facili, gli avversari prendono due pali al prezzo di uno. Sporting-Atalanta è stata una sintesi di tutto questo: una partita intensa ma balorda, non aiutata da un arbitro che ha pasticciato coi cartellini, all’apparenza complicata da quel pasticcio sul cambio di Koop ma di fatto, da lì, scombussolata in meglio per l’Atalanta. E alla fine di tutto, un punto serviva e un punto è arrivato. E col punto è arrivato, con un turno d’anticipo, il primato assicurato nel girone.

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Che si porta dietro due vantaggi: la possibilità di andare in Polonia a metà dicembre, tra Milan e Salernitana, facendo il più ampio turnover possibile (anche se avendo il Raków vinto a Graz, resta apertissima la lotta per il terzo posto e a quel punto un’Atalanta molto rimaneggiata potrebbe essere accusata di falsare la competizione). E soprattutto, consente di qualificarsi direttamente agli ottavi di Europa League, evitando il fastidio di un match in più (quello dei playoff) in una stagione già di per sé congestionata.