Atalanta: bene rimonta e Højlund. Ma troppe cose non vanno: i soliti gol presi, il portiere, l’intensità assente

commento.

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P rendiamo il punto e mettiamolo in cassa. Per come si era messa, è un punto guadagnato. Ma, insieme alla prova di Højlund, resta l’unico aspetto positivo - o forse sarebbe meglio dire non negativo, dato che una squadra ambiziosa a Spezia dovrebbe fare o quantomeno provare a fare 3 punti - di giornata. Perché il resto è una sconfitta evitata all’ultimo respiro, contro uno Spezia più veloce, più preciso, più determinato. La sosta restituisce un’Atalanta confusa, sempre seconda sul pallone, alle prese, in difesa e in attacco, con i problemi di sempre. Una difesa altissima - forse mai vista tanto alta - contro attaccanti veloci suona come un suicidio annunciato. E così sarebbe stato se Palomino, con un intervento tra il prodigioso e il disperato, non avesse evitato il terzo gol già nel primo tempo. Quella punta di piede ha tenuto aperta la partita, poi raddrizzata. Andiamo per ordine, dopo questo prologo.

1. Ma la difesa?

Primo contropiede con una prateria tra la linea difensiva e il portiere: gol. Secondo contropiede con una prateria tra la linea difensiva e il portiere: gol. Terzo contropiede: salva Palomino. Lo Spezia ha poche qualità, ma tra queste c’è di sicuro la velocità dei suoi attaccanti. E che la tattica fosse questa - ormai è quasi scontata contro l’Atalanta: aspettare e ripartire d’imbucata - era chiarissimo fin dai primi minuti.