Atalanta, brutto risultato con segnali di ripresa. Ma i tanti infortuni accorciano la coperta (e questo è un problema)

commento. Il commento post-partita

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P urtroppo, la buona volontà basta quando sul campo piove anche un pizzico di fortuna. Un rimpallo, una punizione, un errore degli avversari. Quando non c’è niente di tutto questo, allora la buona volontà può non bastare. L’Atalanta di questo periodo è questo: una squadra che ha tantissima buona volontà, ma purtroppo non molto altro. Ed è una squadra in cui uno a uno stanno venendo meno tanti elementi di peso. Ora sono 6 i giocatori infortunati: in ordine sparso Hateboer, Scalvini, Zapata, Palomino, più i due di giornata: Zappacosta, sperando non sia grave, e Koopmeiners, che un paio di partite (almeno) rischia di saltarle. Sei giocatori fuori sono un problema per qualsiasi rosa, non solo per l’Atalanta. Che però, adesso, in alcuni settori rischia di ritrovarsi con la coperta improvvisamente corta. Insomma, il bicchiere di questo 0-0 è nettamente più vuoto che pieno.

1. Gambe lente

Le gambe continuano a essere lente. Lo si è visto, paradossalmente, più nel primo tempo che nel secondo, quando l’intensità è cresciuta e qualche occasione per vincere - meritatamente - è anche arrivata. Ma ci sono giocatori in netta flessione: Lookman su tutti, Hojlund pure. Stavolta Gasp ha optato per il tridente, scelta che condividiamo. E Boga ha creato molte situazioni di pericolo, salvo poi non «quagliare»: cercare un dribbling in più, cercare un passaggio in più, indugiare anziché tirare... tutti atteggiamenti che gli impediscono di completare quella crescita di utilità che gli chiede sempre l’allenatore.