Atalanta, come non aver imparato la lezione impartita al Liverpool, e subirla uguale. Verso l’Ajax: la testa sarà diversa

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Q uesta è una novità. Al di là della serata «d’andata» con il Liverpool, l’Atalanta finora in questa edizione della Champions non aveva mai steccato. E invece qui pare che succeda questa cosa: non sono i risultati positivi di Champions a dare una spinta in più in campionato, ma quelli negativi del campionato a far tirare il freno anche in Champions. Perché dopo Liverpool ci si aspettava un cambio di marcia, e invece è arrivato il Verona. Dopo il Verona ci si aspettava il riscatto europeo, che valorizzasse anche l’impresa di Liverpool, e invece questa partita brutta, scialba, pasticciata, frenata, confusa. L’aggettivo più preciso è forse «involuta». L’Atalanta sembra non ritrovarsi, sembra voler fare cose che le riuscivano alla perfezione e con grande facilità e che ora si fanno, ma sempre con qualche difetto che le rende imperfette, quindi inefficaci. Passaggi lenti o troppo veloci, corti o troppo lunghi, in anticipo o un pelo in ritardo. E qualche uomo in condizioni atletiche molto deficitarie. Andiamo per punti.