Atalanta, la serata storta capita, ma quante perplessità su scelte e cambi. Riflessioni su classifica, infortuni, stadio

commento.

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L e serate storte capitano. E spesso, come cominciano, così finiscono: storte, brutte, maledette. Troppo brutte, diciamolo subito per levare di mezzo un alibi, per poter «incolpare» la Champions. anche perché per com’era andata la partita con lo Young Boys tutto era pensabile meno che potesse aver tolto qualcosa. Semmai, aveva caricato. Invece, l’antico «default» dei primi secondi è riemerso, e siamo alla seconda partenza ad handicap consecutiva. Prima l’Inter, poi il Milan. Chiaro che la pelle non la salvi sempre se regali un gol a grandi squadre di questo tipo. Perché anche il Milan, seppur molto diverso dall’Inter, ha mostrato doti da grande squadra. Andiamo per punti, perché da dire ce n’è: sulle scelte di Gasp, su Koopmainers, sugli infortuni, sulla classifica, sullo stadio di questa partita.

1. Le scelte di Gasp

Francamente non hanno convinto. Né sulla formazione iniziale, né - soprattutto - su quelle in corso. Partiamo dalla formazione iniziale: gli esterni, col grave infortunio di Gosens l’Atalanta si ritrova con Zappacosta, Maehle e Pezzella. Cioè: con un esterno titolare, con un esterno scalzato da Zappacosta, con la riserva di tutti, diciamo la riserva delle riserve. Eppure, e nonostante i felici esperimenti della scorsa stagione, la difesa a 4 per Gasperini sembra diventata inapplicabile. Buona mai, nemmeno per fronteggiare le emergenze e risparmiare qualche minuto.