Atalanta, lo spirito era quello giusto. Da lì bisogna rialzarsi: da Boga e un attacco che può funzionare (la difesa, invece...)

commento.

Lettura 2 min.

D ifficile sganciarsi dal risultato quando si perde così. Difficile restare freddi quanto basta, per vedere la realtà per quel che è togliendosi dalla mente che hai perso una partita, e la possibilità di vincere la Coppa Italia, per aver perso all’ultimo secondo, con un uomo in più, dopo aver subito 2 gol su rigore, di cui uno parato, averne segnati 2 e aver colpito 2 pali. Difficile, difficile. Ma bisogna provarci, perché la stagione è ancora lunga, si gioca tra tre giorni e sarà un’altra battaglia importante - ma non definitiva - per l’esito di questo ciclo dell’Atalanta. La notizia, in fondo a tutto, è una sola: dopo giorni che avrebbero steso un toro, e dopo un avvio di partita che aveva tanto l’aspetto del colpo di grazia, l’Atalanta era in piedi. L’Atalanta si era rialzata, giocando un bel calcio, mettendo in mostra un Boga che regala una fiammella di speranza in fondo a questo bicchiere di veleno che ci tocca bere anche stasera. Andiamo per punti, ripartendo da qui, da Boga.

Boga, quello che serviva

Quel che ha mostrato Boga sia nel primo che nel secondo tempo, al netto di una condizione fisica che lo costringe per forza ad andare ancora a strappi, è quel che serviva all’Atalanta. La capacità di portare palla, di attirare a sé difensori avversari, di giocarla di prima, di saltare l’uomo, di metterla in porta. Un po’ Papu, un po’ Ilicic, un po’ Muriel: un po’ tutto quel che mancava e che ora c’è.