Atalanta, meglio un ko così a mercato aperto che in piena stagione: se ci sono lacune si può ancora rimediare

commento. L’editoriale post partita

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I n ogni stagione capitano giornate così. Quelle che guardi il campo, guardi la squadra, guardi le facce, e non ti capaciti che quello che vedi stia capitando per davvero. Dall’altra parte avversari indemoniati, che corrono a cento all’ora. Che anticipano tutti i palloni e poi ne sbagliano gran parte, perché sono quel che sono, i giocatori del Frosinone. Eppure, l’Atalanta non sembra poter trovare né le forze mentali né quelle atletiche quantomeno per mettere la partita su un piano competitivo. Niente: il Frosinone schiera Gelli (sei stagioni all’AlbinoLeffe prima di esordire in Serie A) e pare un folletto imprendibile. In ogni stagione capitano partite come questa. La cosa positiva di questa stagione è che Frosinone-Atalanta è capitata alla seconda giornata, dunque a mercato aperto. Dunque, se le analisi di staff e società valuteranno che questa prestazione è figlia di problemi rimediabili, ci sarà tempo per porvi rimedio. Una cosa è chiara: occorre sempre togliere di mezzo gli estremismi. Quelli positivi figli della vittoria (maturata nel finale, non va dimenticato) contro il Sassuolo e quelli negativi figli di questo scivolone. Non poteva essere una squadra da scudetto quella di Reggio Emilia, non può essere una squadra «imbarazzante» questa di Frosinone. Detto questo, come ogni sconfitta anche questa farà discutere. Cerchiamo, per punti, di estrarre cosa ha detto di utile la partita. Perché o si vince o si impara, dicono sempre a Zingonia. Dunque impariamo qualcosa pure da Frosinone.