Atalanta, la scossa che ci voleva. Ecco l’intensità, con una novità: Cdk trascinatore (e un pensiero su Lookman)

commento. Il post partita di Roberto Belingheri (text in italian and english)

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D opo una delle vigilie più brutte e difficili degli ultimi anni, la domenica più bella da giugno in avanti. Perché Juric aveva chiesto i tre punti, più importanti della prestazione. Sono arrivati i tre punti e, almeno nel secondo tempo, è arrivata anche la prestazione. Primo tempo ancora faticoso, ancora poco intenso, ancora difficile, con il Lecce che a un certo punto sembrava vicino al vantaggio. Ma il gol di Scalvini ha come acceso la luce, ha come fatto scattare un interruttore. E da quel momento è spuntata l’Atalanta, dalle nebbie di un primo tempo che ricordava Pisa e Parma, e dai nuvoloni neri, nerissimi, della vicenda Lookman (su cui scriveremo poche righe in fondo, e stop).

L’impatto e la scossa

L’energia di Juric in conferenza stampa aveva lasciato presagire che la squadra fosse carica «a molla», pronta ad aggredire il Lecce, pronta a mettere subito la partita nella direzione dei tre punti. Invece, come nelle prime due, l’Atalanta è parsa troppo lenta, soprattutto in fase di impostazione. Pressione alta portata meglio che in passato, ma non abbastanza per impedire al Lecce di controllare il gioco per discrete porzioni del primo tempo. Il che ha fatto alzare le antenne non poco, perché un’altra mancata vittoria contro una «piccola» e un’altra prestazione deludente avrebbero aperto temi molto complicati, a tre giorni dalla sfida di Parigi contro i campioni in carica della Champions. Poi dopo la mezzora l’Atalanta ha faticosamente ma con costanza avanzato l’azione, e questo è molto importante: non è servito il gol del Lecce per scuotere la squadra, che ha invece trovato da sola la forza di cambiare l’inerzia della partita. Il gol di Scalvini è una perla (e finalmente, su palla inattiva, segna anche l’Atalanta), e insieme speriamo sia la svolta di questo inizio di stagione tanto tribolato.