Atalanta, senza la difesa titolare durissima fare di più. Perciò grazie, ragazzi (e domenica serve la mano di tutti)

commento.

Lettura 2 min.

S e si potesse, questa squadra andrebbe accolta nel cuore della notte a Orio al Serio (ma attenzione, la squadra torna in mattinata), come dopo le più grandi imprese. Perché il sogno che l’Atalanta ha regalato ai bergamaschi nel primo tempo non è stato una finzione: era verità, era emozione vera, erano quelle maledette ruote sgonfie del mondo atalantino che di colpo si risintonizzavano con tutto, facevano pace con questo periodo sbilenco. Poi, vabè. Già il primo tempo aveva mostrato che il Manchester, accelerando e raddrizzando mira e tiri, avrebbe potuto fare male, parecchio. E’ il Manchester, e basta la parola. La ripresa è stata quel che è stato, forse non tatticamente perfetta, ma anche Gasperini ha lottato con le armi che aveva in panchina, onestamente pochine e piuttosto scialbe. Senza Hateboer, Gosens, Pessina, Toloi, Djimsiti, e in corso d’opera Demiral, forse sperare di portarla a casa era troppo, contro un Manchester ferito, quindi parecchio arrabbiato. Non possiamo dire che va bene così, ma possiamo dire che chiedere di più a questa Atalanta, in queste condizioni, era oggettivamente difficile. Qualche punto, rapido rapido.

1. Demiral super, de Roon... no

Il tema della difesa è cruciale. Perché non possiamo non sottolineare come l’Atalanta abbia giocato tutto il secondo tempo senza i tre difensori titolari. Palomino, l’unico «titolare» in campo, si è superato, ha dato l’anima. Ma l’anno scorso non giocava: giusto per dare la dimensione. Tre difensori in campo: Palomino, l’anno scorso riserva. Lovato, che non aveva mai giocato, e de Roon, che difensore non è.