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Atalanta, terza volta in Champions e l’orgoglio dei successi «mai normali»

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E’ inutile che le chiediate di essere normale: l’Atalanta non sarà mai normale. Poteva essere il pomeriggio più tranquillo della storia, si è trasformato nel pomeriggio più thriller, o quasi, della stagione. Con una squadra che prima domina e poi passeggia, e l’altra, che dal campionato non ha più nulla a pretendere, che s’infiamma e rischia una rimonta epocale. No, l’Atalanta non è e non sarà mai normale: non sarebbe l’Atalanta, che qualsiasi cosa faccia, se la suda fino al 95’. Tre volte in Champions, nemmeno nei sogni più sfrenati. Quel che non riesce alle squadre metropolitane, che poi quando ci riescono si riempiono di debiti fin sopra il collo, riesce a questa realtà che era piccola, e sta diventando grandissima passo dopo passo. In tempi “normali” questa rimonta quasi subita farebbe storcere il naso, aprirebbe il rubinetto delle critiche. No, non oggi. Oggi va bene così perché chiunque, dopo il primo tempo, avrebbe pensato a una partita morta e sepolta, e soprattutto chiunque, Gasperini in testa, avrebbe pensato a conservare il serbatoio per mercoledì, per la finale di Coppa Italia, per l’appuntamento con un’altra pagina di storia.