Niente turnover. La (giusta) scelta di Gasp ha funzionato «troppo». Ma le altre non volano, l’Europa non è persa

commento. L’editoriale di Roberto Belingheri

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L a fortuna, in tutto questo, è che se l’Atalanta in campionato va piano non è che le avversarie corrano a mille all’ora. Altrimenti sarebbero guai, dato il ruolino di una sola vittoria nelle ultime 7 partite. Per il resto, sembrava la partita più in controllo della storia, con una qualità in grado di annichilire il Verona, 2 gol nel giro di pochi minuti, il terzo che non è arrivato e qualche segnale, già prima della fine del primo tempo, che forse lo spettro di Cagliari si sarebbe anche potuto materializzare di nuovo. Forse, ma non era una certezza affatto, perché il pensiero era rivolto a un inizio di secondo tempo in cui l’Atalanta senza eccessiva fatica avrebbe chiuso i conti. Invece il secondo tempo è stato, di nuovo, una strada in salita. Il tempo a disposizione - più di mezz’ora - lasciava aperta la porta per la vittoria, ma mai l’Atalanta è riuscita a essere rapida il giusto, intensa il necessario, «cattiva» dentro l’area come insegna Scamacca. Il risultato, dopo Cagliari, sono altri punti gettati via. Ma non sputiamo su questo punto. L’Atalanta resta in pienissima lotta europea, con una partita da recuperare (anche se chissà quando). Ma proprio in quest’ottica la Fiorentina che sta perdendo il treno europeo è una buona notizia: più tardi si recupererà la partita, più probabile sarà che le motivazioni stiano solo da una parte. Avanti col resto.