Brava Atalanta, cancellato l’incubo di Zagabria (e di Napoli). Miranchuk gioia per gli occhi, Ilicic gioia per il cuore

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I n Champions League non ci sono avversarie deboli. La Dinamo Zagabria, un anno fa, potrebbe aver pensato dell’Atalanta quel che adesso stiamo pensando tutti del Midtjylland: che scarsi questi. Ma una squadra, per quanto evidentemente più debole, può raccogliere quattro gol dal fondo della sua porta solo se dall’altra parte c’è qualcuno che gioca al massimo. Come un anno fa la Dinamo. Ora, scongiuri a parte data la sorte ai gironi dei croati, l’Atalanta ha fatto tutto quel che doveva in questo esordio. Cancellando anche simbolicamente l’esordio della scorsa competizione, da 0-4 a 4-0, togliendosi dalla testa l’incubo di Napoli, mantenendo la porta inviolata, che non è mai un dettaglio scontato. Questa partita sembra aver detto in fondo poco, data la caratura degli avversari. Ma qualche spunto di ragionamento, invece, l’ha offerto.

Anzitutto, partendo dal fondo: Ilicic e Miranchuk. Partiamo da qui, per dire una volta di più dell’importanza delle alternative. L’Atalanta ha messo in campo la coppia d’attacco titolare della Nazionale colombiana. Poi ha inserito Ilicic, un fuoriclasse. E come ulteriore cambio ha inserito Miranchuk, che si è presentato con un gol che è davvero una perla. Questa stagione, con la regola dei cinque cambi, ci abituerà una volta di più a guardare la formazione iniziale, certo, ma in fondo dandole meno importanza di un tempo. Perché quando dalla panchina può entrare tanta qualità, è chiaro che le partite si devono leggere nel loro sviluppo anche potenziale. La tattica potrà non stare solo negli 11 che cominciano, insomma. Certo, sarebbe stato bellissimo se Ilicic avesse trovato il gol, chiudendo un lunghissimo cerchio da Valencia al Midtjylland, e chissà le tonnellate di retorica che ci saremmo dovuti sorbire. Ma vederlo in campo ritrovare i suoi movimenti, i suoi colpi di genio, i suoi tocchi che non ti aspetti è già di per sé una gioia per occhi e cuore. Ilicic sembrava lontanissimo dal calcio, al punto che da più parti - non solo nelle chiacchiere da bar, beninteso - si disse che l’acquisto di Miranchuk era dovuto a un sempre più probabile addio al calcio. Veder dialogare sul campo due giocatori di questo livello ha quasi dell’incredibile, nell’Atalanta. Che non è più la piccola Atalanta lo sappiamo ormai bene, ma vedere una squadra che vince 4-0 in trasferta in Champions League riesce ancora a stupirci.

Il resto di questa partita ce lo diranno gli analisti di Corner nelle prossime ore, come sempre analizzando tattica e dati. Guardando al girone, occorre ringraziare Tagliafico per l’autogol che ha consegnato la vittoria al Liverpool ad Amsterdam. Perché è bene che le sfide vadano come «devono» andare e che la più forte non «lasci» in giro punti contro la concorrente dell’Atalanta per la qualificazione. Quindi bene il Liverpool che vince, bene l’Atalanta che fa il suo dovere segnando 4 gol che chissà, poi magari un giorno conteremo anche la differenza reti. Perché con un Midtjylland che si presenta così, è ancora più chiaro che questo girone potrebbe essere una sfida tra Atalanta e Ajax. Sempre che ai nerazzurri non venga voglia di solleticare i Reds per il primo posto. In Champions non c’è mai niente di scontato, basta chiedere allo Shakhtar, che chiuse perdendo in casa con l’Atalanta ed è tornato in Champions andando a vincere a Madrid, dal Real. Buona la prima lo puoi dire sempre e solo alla fine.