«Cosa ha Ilicic?». Il tormentone, la riservatezza, una riflessione su calcio e tifosi (ma adesso basta con le voci)

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L a situazione di Ilicic sta innescando una discussione molto interessante. Che va al di là della situazione personale, e perciò inderogabilmente privata, del calciatore. Riepiloghiamo i fatti per poi esporre una riflessione, speriamo utile, sul rapporto tra calcio, calciatori e pubblico. I fatti: durante la lunga sosta per il Covid, molti calciatori hanno condiviso parte della loro vita, anche privata, sui social network. Se ci avete fatto caso, Ilicic no. Se n’è rimasto nel suo angolino, come quella foto meravigliosa dopo una grande vittoria: mentre i suoi compagni festeggiavano, Ilicic se ne stava seduto in un angolo degli spogliatoi, attaccato al suo telefono. Ilicic è un animo slavo, probabilmente molto sensibile. Lo dimostra in tanti dettagli: nelle esultanze contenute, in quel sorriso un po’ forzato e quasi beffardo che è quasi sempre lo stesso, che si vinca 1-0 con autogol o che si vinca a Valencia con 4 gol suoi. Fateci caso: Ilicic è fatto così. Alla ripresa, a sorpresa Ilicic non convocato per la partita col Sassuolo, si disse per un leggero infortunio muscolare. Poi quei rientri a spizzichi e smozzichi, fino a quella dichiarazione di Gasperini - “Gli siamo tutti vicini” - che senza dire nulla nel dettaglio avrebbe dovuto far capire molto. E cioè che siamo di fronte a un problema privato, personale, che per motivi che non vanno indagati si è deciso di mantenere tale.