S e l’obiettivo dell’Atalanta è sempre quello di crescere, allora nel momento in cui si tira giù la saracinesca di una stagione occorre provare a rispondere alla domanda: l’Atalanta è cresciuta, in questa stagione? E cosa significa crescere? Partiremo da qui, in questo ragionamento (lungo neh, mettetevi comodi) di fine stagione, per capire dove è arrivata l’Atalanta e dunque qual è il punto di partenza verso l’estate. Con un’avvertenza: nel momento in cui scriviamo, metà pomeriggio di lunedì 26 maggio, dal comignolo di Zingonia non è ancora apparsa la fumata sul futuro allenatore. E non è un tema da poco perché le dinamiche del prossimo mercato dipenderanno in gran parte da chi starà in panchina, e dunque dalle esigenze del suo calcio. Se ci sarà ancora Gasperini servirà un certo tipo di difensori - bravi nell’anticipo e nell’impostazione -, un certo tipo di centrocampista - contrasto, gioco, inserimento, tiro - e un certo tipo di attaccante, soprattutto capace di saltare l’uomo per cercarsi lo spazio per il tiro. Per non dire degli esterni, soprattutto di piede mancino. Quest’ultimo tema è come la coperta di Linus che accompagna ogni estate atalantina, ormai da qualche anno. Che sia la volta buona lo vedremo: magari sì, se resterà Gasp, magari il tema andrà nel dimenticatoio se gli esterni non serviranno più con queste specifiche caratteristiche. Ma dato che sul fronte allenatore almeno in queste ore pare esserci calma - o calma apparente - procediamo con i ragionamenti. Partendo da un presupposto che è agli atti: Gasperini e l’Atalanta hanno ancora un anno di contratto. E’ noto che non è buona cosa rimanere con un allenatore in scadenza di contratto, per mille ragioni. Ma se non intervengono rotture unilaterali - mi dimetto o ti esonero - il “rischio” è che si arrivi a inizio stagione congelando lo status quo: il contratto in essere resta in essere, Gasperini resta l’allenatore dell’Atalanta anche se - immaginiamo - non avrà condiviso le linee strategiche della società. Detto fuori dai denti: la peggior situazione possibile. Chiuso il capitolo sul futuro, ecco l’analisi della stagione, per temi.
1. La crescita c’è (eccome)
Capitolo crescita. Prendiamo i dati del solo campionato, perché consentono un paragone omogeneo rispetto agli anni precedenti. Le Coppe Europee sono state diverse e di diverso grado di difficoltà, dunque lasciamole da parte e concentriamoci sulla sola Serie A, che con 38 partite a stagione rappresenta un campione sufficientemente ampio e affidabile per decifrare la situazione.