L’Atalanta e il mercato, reparto per reparto. Difesa da scoprire, la crescita a centrocampo, il dubbio dell’attacco

commento.

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O re 20: è finito il calciomercato. Un mercato strano, ondivago. Con pochissimi soldi ma con Messi e Ronaldo che cambiano squadra, tre mesi di trattative per poi, come sempre, concentrare istericamente tentativi e richieste nelle ultime giornate, ultime ore, ultimi minuti. Un mercato a tratti grottesco, con giocatori che giocano partite con una maglia rischiando di indossarne subito dopo un’altra, allenatori che preparano una squadra a luglio e a settembre se ne ritrovano un’altra. Qui ragioneremo dell’Atalanta, di com’era e com’è, di aspettative e cambiamenti reali. Senza voti, senza pagelle, per un tema di metodo: per dare un voto occorrerebbe sapere quali obiettivi, quali budget sono stati fissati a inizio mercato, per poi poter valutare cosa è stato raggiunto e cosa no. In assenza - ovviamente - di quelle informazioni, un voto non può che risultare una valutazione superficiale. Massimo rispetto per chi lo fa, qui per metodo ci asteniamo.

PORTIERI: +

La scelta ha in qualche modo stupito, per le modalità. Che la storia tra Gollini e l’Atalanta fosse arrivata alle ultime pagine, tutto sommato lo si sapeva. Un rendimento che nella scorsa stagione non è stato all’altezza, il continuo alternarsi con Sportiello, una certa inquietudine di fondo, le parole di Gasperini prima ancora della fine della stagione, che suonarono come una sentenza senza appello: “Sul portiere si può migliorare in tanti modi, uno di questi è il mercato”. Il segno era inequivocabile. La modalità ha però lasciato qualche perplessità, per la rapidità d’intervento: subito 20 milioni sul piatto per Musso, e Gollini via in prestito al Tottenham.