I l calcio è la sintesi dell’imprevedibilità. Alzi la mano chi, dopo un primo tempo in cui tutto sommato l’Atalanta era stata superiore al Bruges, qualcuno avrebbe immaginato un intervallo coi belgi in vantaggio. E invece, un regalo e zac, in Champions nessuno perdona niente. E a metà secondo tempo, con un’Atalanta che pareva stanca e abbastanza sfiduciata, alzi la mano chi avrebbe immaginato anche solo di pareggiarla. E invece, un regalo e zac, nemmeno l’Atalanta, in Champions, perdona niente. E siccome all’imprevedibilità poi non c’è limite, ecco che l’Atalanta si toglie con un colpo di reni dal ciglio del baratro, perché questo sarebbe stata una sconfitta, e forse anche un pareggio... sarebbero stati una pesante zavorra sul cammino in Champions. E invece no: Lookman sembra svegliarsi e maledici il cambio di Juric, ma Sulemana è una zanzara di quelle che non prendi mai, anche se ti danni a inseguirla. E la partita cambia, e arriva una vittoria che sì, alzi la mano chi l’avrebbe prevista a mezzora dalla fine. Ma tant’è: Atalanta 3 punti in classifica, era quello che contava e portiamoceli a casa, anche se la prestazione non è stata del tutto adeguata agli standard della competizione.
1. Le scelte di Juric
Ha stupito, ma forse data la prestazione positiva è un errore stupirsi, la scelta di Bernasconi titolare. Non devono stupire invece le presenze dal 1’ di Lookman ed Ederson. Serviva esperienza, in una partita che era già pesante, e bene ha fatto Juric a mettere dentro due «reduci» di Dublino, due elementi carismatici, due che sanno come si fa.