L’Atalanta ha perso un campione e ne ha trovato un altro. Ilicic ha vinto, Gasp ha trionfato (e tutto il resto è noia)

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S iamo entrati in questa partita dalla porta dell’incubo. E nell’incubo sembravamo destinati a restare, data la partita, data la sensazione, resa certezza dai cambi di Gasperini, che all’Atalanta mancasse tanta qualità, in campo contro la Roma. Siamo entrati dalla porta dell’incubo, siamo usciti dalla finestra del nostro sogno. Nostro: dell’Atalanta, dei giocatori, di Gasperini, e anche di tutti quelli che questa favola la stanno vivendo. Perché da sabato pomeriggio, quando è stata resa pubblica la non convocazione di Gomez, il mondo atalantino era come «sospeso» nel dubbio: ce la faremo, senza di lui? E la partita sembrava dire di no: un’Atalanta come bloccata, incapace di esprimere la qualità necessaria per scardinare una Roma che gioca un buon calcio, guidata da un buon allenatore.

E poi? Poi, è tornata l’Atalanta. Aggrappata alle sue certezze: a de Roon, a Freuler, a Gosens, ai suoi tanti capitani, che fin qui l’hanno portata e molto più in là la porteranno. E’ tornata perché in campo è tornato Ilicic, nella versione che tutti abbiamo conosciuto fino a Valencia-Atalanta. Poi, tutte le vicende che conosciamo e un rientro faticoso. Fino alla decisione di Gasp di lasciarlo fuori. Che sembrava una sorta di punizione «collaterale» alle vicende di queste settimane. E invece era, molto probabilmente, il tentativo estremo di far scattare l’interruttore giusto nella testa di Ilicic. Come nella scorsa stagione, quando poi Josip piazzò una tripletta a Verona contro il Chievo. Così stavolta. Ci sarà tempo per analizzare i numeri, le giocate, l’apporto quantitativo e qualitativo di Ilicic in questo seconto tempo memorabile. Quel che conta di più è che, quasi simbolicamente, nel giorno in cui l’Atalanta ha definitivamente perso un campione come Gomez, ne ha trovato un altro come Ilicic. Andiamo come sempre per punti.