L a si doveva vincere, a prescindere. In 11 contro 11, figurarsi in 11 contro 10. E invece, si è più rischiato di perderla che di vincerla. Salvo poi vincerla. Ed è un enorme passo avanti, certamente più in classifica che sul piano tecnico. Certamente più per i punti che «ai punti». Perché il gol di Hien regala tre punti, ma se siamo onesti non possiamo dire che il Genoa abbia meritato di perdere e che l’Atalanta abbia meritato di vincere. E se siamo onesti non possiamo non vedere come questa squadra sia abbastanza cronicamente incapace di dare continuità a se stessa, persa com’è in un labirinto mentale quasi impossibile da risolvere. Una squadra capace, non più tardi di una manciata di giorni fa, di battere il Chelsea, meritando. E poi - quasi - non in grado non solo di battere il Genoa con un uomo in più per tutta la partita, ma persino di mettere davvero in seria e costante difficoltà la squadra di De Rossi. Che sì, è una squadra che vale la salvezza. Che sì, perso un giocatore dopo soli 3 minuti ha giocato la partita della vita. Ma l’Atalanta è una squadra superiore a parità di uomini in campo, e l’Atalanta con un uomo in più ha i mezzi per battere tutte le squadre di questa serie A. Figurarsi il Genoa. E invece, per vincere è servito un jolly a un respiro dalla fine, che ci fa contenti per il risultato, ma il risultato non può cancellare la preoccupazione per una prestazione a tratti sconcertante. Meno male, vien da dire: con questi tre punti l’Atalanta torna ad accarezzare zona europea. E moralmente il gol di Hien salva la squadra da una situazione incresciosa, perché un pareggio sarebbe valso quanto la sconfitta di Verona. Resta, ripetiamo, la prestazione Inspiegabile sotto tutti gli aspetti: mentale, perché si veniva da due vittorie tra Champions e campionato; tecnico per la superiorità persino numerica; fisico perché l’allenatore dopo il Cagliari aveva concesso addirittura quattro giorni di riposo. Viene il sospetto che siano stati persino troppi. Dopodiché, non è tutto completamente negativo, per fortuna.