L’Atalanta supera il primo esame con una big: personalità e forza fisica, la crescita c’è. Ora su il livello in Champions

scheda. Il post partita di Roberto Belingheri

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I nutile stare tanto a girarci attorno: la doppia trasferta di Torino era temutissima, dopo l’inizio di campionato un po’ così, e dopo Parigi. E invece l’Atalanta esce da queste due partite con una grande crescita in termini di personalità, di convinzione, di coscienza della propria solidità. Ripetiamo: ormai è agli atti che questa non sarà una squadra spettacolare come quelle cui eravamo abituati. Persino inutile immaginare confronti. Questa sarà un’Atalanta più pratica, più solida, che non si fa problemi se deve aspettare l’avversario, se deve chiudersi per poi ripartire. Certo, la Juventus ha dominato per lunghi tratti la partita, sia nel primo che nel secondo tempo. Ma è l’Atalanta ad aver «rischiato» di vincerla molto di più, se si pensa alle occasioni capitate a Krstovic e Bellanova sullo 0-1 e ancora in parità numerica sul campo. Un punto sul campo della Juve va sempre bene, insomma. Anche perché era il primo «esame» contro una grande del campionato, e l’Atalanta può dire di aver retto il colpo. L’Atalanta di oggi, vien da dire, non avrebbe pareggiato le prime due: la crescita è evidentissima e questa è la notizia sopra tutto, sopra il risultato, sopra la classifica, persino sopra lo 0 alla casella partite perse.

Come si gioca

Ovvio che la partita sarebbe stata diversa se la Juve avesse fatto gol al 2’, quando la palla è finita sul palo. L’inizio non era stato confortante, ma nonostante il dominio l’Atalanta non è mai andata in affanno e dava la sensazione, con lo scorrere dei minuti, di poter pungere in contropiede. La pressione si alzava, le marcature uomo su uomo sembravano funzionare, sul piano fisico la squadra ha tenuto fino al 90’. Certo, Krstovic non è un centravanti adattissimo a una squadra che ha bisogno di appoggiarsi a lui per risalire. Si batte, lotta, corre, ma qualcosa gli manca.