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L’Atalanta torna in Champions: la storia straordinaria prosegue. E ora comincia il futuro: Gasp o non Gasp? (Meglio Gasp)

Articolo. L’editoriale di Roberto Belingheri

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L a storia dell’Atalanta è unica e straordinaria perché ti porta in Champions l’ultimo della fila, Ibrahim Sulemana, arrivato in estate come ennesimo tentativo di trovare il vice de Roon, e che stava finendo la stagione come ennesimo vice de Roon non trovato. Presenze pochissime, minuti col contagocce, ma poi entra in un’Atalanta-Roma in bilico, mezzo stadio si domanda se davvero Gasp sta mettendo Sulemana nel momento decisivo della stagione, e lui, Ibrahim Sulemana, ti porta in Champions League per la quinta volta, con un gol pazzesco, un tiro perfetto, impossibile da prendere per Svilar. Stadio in delirio, Bergamo in delirio, perché quante volte si sono sfoderate frasi trite e ritrite, il giocattolo rotto, la favola finita, e via di luogo comune. E invece no, il giocattolo ha magari scricchiolato ma non si è mai rotto, la favola ha scritto tanti capitoli ma l’epilogo no, è ancora lontano.

Perché a fine estate l’Atalanta giocherà ancora una volta in Champions League, perché la programmazione può cominciare in anticipo rispetto a tutte le altre, perché la competizione europea garantirà enormi introiti che si potranno reinvestire, perché questa competizione europea è capace di attrarre giocatori di grande qualità. Per tutto questo, diciamo grazie: a questi splendidi giocatori, a questo allenatore visionario capace di rilanciare sempre, a questa proprietà composita ma unita nei criteri di gestione. Se l’Atalanta va in Champions League e le altre inseguono è perché qui c’è questo connubio straordinario, capace di progettare impresa sportiva sulle scrivanie e sul campo di gioco. C’è - ci sarà - tantissimo da dire, ma proviamo da subito a guardare avanti.